domenica 28 settembre 2014

PARTIGIANI (1)

Il corpo di un partigiano ucciso scende galleggiando lungo il fiume in Paisà di Roberto Rossellini
Questo e i successivi tre post contengono un po' dei miei ragionamenti sul movimento di liberazione in Italia. Roba per chi è interessato o comunque ha una certa pazienza...

Quella volta che ho chiesto allo zio Toni se era stato fascista, lui mi ha risposto che certo, che loro ragazzi erano tutti fascisti, che come si faceva a non essere fascisti negli anni in cui era giovane lui.

PARTIGIANI (2)

 
Ho visto l'altro giorno che Simone dice pressappoco che secondo lui è un errore insistere sulla memoria divisa della Resistenza: secondo lui la strumentalizzazione (l'uso pubblico) della storia è colpevole soprattutto di avere prodotto l'immagine di una Resistenza fatta di gruppi in opposizione anche radicale tra loro. Invece, dice lui, si dovrebbe prima di tutto raccontare la fondamentale unità che ha spinto a lottare per la libertà persone che avevano provenienze sociali e ideali differenti.

PARTIGIANI (3)

Partigiani di Bassano impiccati il 26 settembre 1944
La storia si sa che non è una faccenda molto pulita (1). Ma vedere il disastro che ci si lascia dietro quando si gioca sporco dovrebbe farci ricordare che dovremmo giocare, nel nostro presente, in modo il più possibile onesto. E rispetto al passato non si può nascondere la polvere sotto il tappeto, perchè prima o poi qualcuno la trova e ci si fa una brutta figura. E tutta questa storia del fascismo e della Resistenza è una di quelle che abbiamo bisogno di continuare a raccontarci nelle sue molte diramazioni ed episodi.

IL FIGLIOLO PERDUTO

Un altro bellissimo racconto del dottor Piero Sanchetti: la storia di come il suo amico Giovanni Girardini è stato catturato e messo a morte dai tedeschi nel settembre del 1944 insieme a Bruno Tonello. Il link per scaricare e leggere è qui all'interno, basta cliccare su continua a leggere e lo si trova.

domenica 7 settembre 2014

I LAVORI SI VEDONO ALLA FINE

Citran e Mirko Artuso alla casa sul Piave la sera di Mazzacurati
Volevo bene a Mazzacurati. Col cinema parrocchiale gli eravamo stati dietro più o meno da quando ha cominciato. Ci era sembrato da subito uno bravo a rendersi conto di cosa galleggiava per aria, di come cambiavano la densità e la direzione dei rapporti tra le persone, e bravo a metterlo giù con una specie di semplicità rarefatta,