giovedì 31 ottobre 2013

DOPPIO MISTO

Steffi Graf e Andre Agassi: la foto col bordo sfumato fa un po' cagare, ma la preferisco alle altre che ho trovato in rete: quasi in tutte i due giocano a tennis o sono vestiti da festa...

Ma tu te li ricordi i nostri anni,
i tempi delle stelle in fondo agli occhi?
Il vento soffia più sicuro adesso:
io sono sempre al mio posto
alleato con te.
(Ivano Fossati, La normalità)

Un sogno: sapere che al tuo fianco c'è una donna capace di avere, quando serve, forza e coraggio anche per te. Di proteggerti: lei a te. Ce ne saranno molte,
probabilmente: gli esempi di eroismo grigio che trovo sempre così ammirevoli e poetici sono certamente spesso di genere femminile. Genere che del resto sembra storicamente più abituato al sacrificio di sé, resistente silenzioso e ingrato, che spesso riceve solo l'elemosina di una celebrazione postuma e pelosa, mentre (immagino) vorrebbe e meriterebbe qualche attenzione e libertà in più un po' prima, finchè l'esistenza dura e la si può illuminare quanto possibile con qualche specie di soddisfazione.
Straordinario davvero poi il caso in cui la gloria della resistenza quotidiana, di quella grandezza che lascia riflessi e tracce profonde soprattutto nelle persone più vicine, si trova sul retro di una foto di copertina che tutti hanno visto prima o poi in giro per il mondo: Steffi Graf non pareva bellissima da cea, così tedesca, con quel naso poi. Ma per quel po' che la vedevo giocare a tennis mi faceva impressione la forza, una cosa evidentemente non solo muscolare. “Ma chissà...”, pensavo, come si fa quando si vedono questi campioni pazzeschi che non hai idea di che persone sono davvero. “Chissà cosa c'è dietro...” pensavo. Ma neanche tanto a lungo perchè del tennis non me ne è mai fregato gran che.
Poi, molti anni e molti slam dopo, per tutto un lungo periodo in cui le notizie su Steffi Graf mi sono ovviamente passate accanto senza peso, facendosi appena avvertire molto distrattamente, mi vengono dette due cose. La prima: che lei si ritira dal tennis nel '99, a trent'anni, in un momento che sembra essere appena il principio della curva discendente, senza aspettare che le energie comincino a declinare troppo evidentemente. La seconda, due anni dopo: che si sposa. Il prescelto è un altro tennista famoso, che non ha vinto come lei ma poco meno: è Andre Agassi, un americano che da giovane portava i capelli sparati sopra la testa e lunghi sulla coppa, e che vestiva bragoni colorati larghi, inconsueti e un po' scandalosi per l'estetica del tennismo classico, oltre ad avere una s-ciòna che gli pendeva (e gli pende) dal lobo sinistro. Un autentico truzzo, insomma, che non a caso aveva già sposato (e divorziato) la celebre (all'epoca) fotomodella e attrice figarella Brooke Shields. Vabbè: una coppia di vippi ai quali per annieanni non ho certamente augurato nessun male ma dei quali non ho avuto ragione alcuna per interessarmi. Ma adesso lui ha scritto un libro che vende moltissimo (questo, si dirà, in realtà rende la cosa un po' sospetta...) e credo che lo leggerò. Non tanto per il tennis e per la luminosa e dura vita e carriera del post-truzzo, che fu debitore e vittima di un padre-allenatore quasi carnefice e che oggi appare assai calvo e sobrio e intento ad amministrare i propri schei, parte dei quali, da vero divo ammericano, devolve benevolmente alla sua fondazione per migliorare il livello dell'educazione dei bimbi sfortunati. La ragione vera per cui voglio capirne qualcosa di più è una riga che ho letto in un articolo di qualche anno fa che mi è saltato fuori dalla rete abbastanza per caso, come spesso accade.
L'articolo intero è qui e nell'insieme, ancora una volta, non me ne frega gran che. La cosa che mi tocca è quello che nelle righe finali l'articolo riporta: pezzetti del discorso introduttivo che il marito Agassi fece nel 2004 alla cerimonia di ammissione della Graf nella Hall of Fame del tennis a Newport. Lo si trova su youtube intero ma, naturalmente, è in inglese e io non lo capisco bene. Non ne ho trovato il testo integrale da nessuna parte, ma ne riporto qualche frase, aggiungendo anche alcune cose che Agassi ha detto nel 2011, quando nella Hall of Fame hanno ammesso anche lui. E quello che penso è: un uomo che ama una donna così. Due che si amano così. Chissà se è vero, chissà se è possibile: potrebbe essere una finzione da società dello spettacolo, o più semplicemente un'americanata. Ma le parole sono, tra le altre, queste:

Stefanie,
grazie per avermi dato il tuo amore così liberamente e generosamente. Non riesco a trovare le parole per descriverti ma cercherò di trovare quelle per farti capire come mi fai sentire. Con te mi sento autorizzato a credere che tutto sia possibile. Mi sento apprezzato. Tu ami tutto profondamente perfino le più piccole cose. Mi mozza il fiato essere nella tua sfera d’amore. Mi sento protetto, sembra sempre che tu sia un passo avanti nella vita, anticipando la sua prossima mossa e disarmandola prima che essa mi faccia del male. Non so come tu riesca a fare tutto quello che fai ma io conto su di te come sull’aria che respiro.
Io non solo ho bisogno di stare con te, io vorrei assomigliarti di più. Avere valori così alti e vivere seguendoli con così tanta coerenza e onore. Ascoltare così attentamente, dedicarsi così generosamente agli altri, mettere la propria famiglia al di sopra di se stessi e dei propri interessi.
Signore e signori, vi presento la persona più grande che io abbia mai conosciuto.

Non so se crederci: fosse tutto vero sarebbe incredibile. Sperimentarlo sarebbe (appunto): un sogno.

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