sabato 5 gennaio 2013

IL CUORE CHE DUBITA

Dopo Perec, Pennac. Di padre in figlio. Se fosse sempre vacanza uno avrebbe il tempo sia per leggere che per rileggere, tutte e due operazioni essenziali. Ma le vacanze sono finite e la rilettura no: proseguirà ai ritmi consentiti dal lavoro e dal resto.
Ma intanto ha dato i soliti frutti bellissimi, nel caso specifico la ricognizione incredula del meraviglioso amore di Benjamin e Julie, casuale e fatale, improbabile e necessario, fragilissimo e incrollabile. E tu pensi e sai che ovviamente è finto ma che in quello vero ci dovrebbe essere a tutti i costi una briciola di qualcosa del genere.

É questa tutta la fiducia che hai in Julie? Ma che razza di innamorato sei, Ben? E che razza di uomo?
Thérèse continua a sgranare il suo rosario di domande assassine, ma io sono già sulle scale salendo i gradini quattro a quattro verso la mia Julia, volando verso la mia Corrençon, come il bambino già perdonato, sì mia Thérèse, sono un innamorato pieno di dubbi, ho il cuore che dubita. E perchè mi si dovrebbe amare? Perchè io invece di un altro? Puoi rispondere a questo Thérèse? Ogni volta è un miracolo quando constato che sono proprio io! Tu preferisci i cuori muscolosi, Thérèse? I grossi cuori che pompano certezze? (1)

(1) Daniel Pennac, La fata carabina, Feltrinelli, Milano 1992, p. 226

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