sabato 30 luglio 2011

UTOYA

Che sia maledetto chi uccide in nome di Dio.
Questo avrei voluto sentire l’altro giorno, forte e chiaro, da tutti i rappresentanti di tutte le Chiese cristiane di questo mondo. Non mi pare di averlo sentito, ma forse non ho ascoltato abbastanza bene. Verificherò.

martedì 19 luglio 2011

CUPIO DISSOLVI

La potenza negativa che uno o una di 16-17-18 anni può esprimere è impressionante. A quell’età abbiamo la vista cortissima. Il mondo è largo tre metri e comprende quasi solo quello che si può toccare con le mani. L’esistenza può ridursi a una rete di tre-quattro elementi di importanza capitale che si tengono insieme con legami apparentemente indistruttibili, anche se poi a un certo (imprevedibile) punto la loro consistenza evapora e quel mondo, finalmente, si dissolve lasciando grazie a Dio il posto a una rete più ampia.

POKEMON MANIA (2)

Il problema dei Pokemon lo sento particolarmente. La ragione ovvia è che V. è uno di quei bambini svegli che se ne è lasciato e se ne lascia largamente attrarre e assorbire, uno che ne consuma con discreta intensità prodotti e sottoprodotti. L’aspetto in cui mi ritrovo e che mi sembra di capire, anche in base ai miei ricordi d’infanzia, è il gusto per la conoscenza analitica di tutte le (numerosissime, potenzialmente innumerevoli) varianti (i diversi Pokemon in tutte le loro evoluzioni e mutazioni) e dinamiche (interazioni, specialmente nella forma del combattimento sportivo, con limitato tasso di drammaticità).

martedì 12 luglio 2011

QUANDO IL PIAVE NON MORMORA

Raccontata dal collega S.:
Colloquio orale liceo, candidato fragile. La prof di storia ha chiesto di parlare del corso della Grande Guerra. Il candidato ne parla in modo essenziale, un po’ approssimativo ma potrebbe bastare per la sufficienza che serve (anche se poi ci sono tutte le altre materie e bisogna vedere). Poi il candidato spara:
“...E poi ci fu la vittoria dell’Italia a Caporetto”

venerdì 8 luglio 2011

ARRIVA IL GORILLA

Una delle mie metafore di più largo uso nella didattica è quella del gorilla. Non è necessariamente una metafora felice, anche se secondo me funziona. Serve a sottolineare quanto sia importante che lo studente, quando produce qualche genere di sintesi, scritta o orale (interrogazione, tema, questionario) metta al centro e in cima al suo ragionamento le cose che contano, quelle importanti. E’ veramente stupido che lo studente si abitui (e siamo noi che lo abituiamo o comunque lo lasciamo fare) a cominciare: “Luigi Pirandello nacque”.

martedì 5 luglio 2011

POKEMON MANIA (1)

La lotta contro i Pokemon è durissima. Mi chiedo spesso se qualche decennio fa ci fosse qualcosa di analogo in termini di stupidità e pericolosità, come mi chiedo se in effetti non ci sia nei Pokemon qualche idea, un nucleo, un’intuizione, di cui magari io non mi rendo conto per la miopia comunemente propria dell’adulto che guarda con diffidenza e sufficienza tutto quello che interessa e piace ai piccoli.

ATTIVO-PASSIVO

M. telefona e chiede aiuto. Il bocia (prima media, ragazzino sveglio) ci sta mettendo un sacco di tempo a fare i compiti per casa perché deve volgere un’intera coniugazione dall’attivo al passivo. L. in un minuto le spiega che c’è un piccolo algoritmo, un automatismo che non solo permette di fare l’esercizio con sicurezza, anche se in un modo un po’ meccanico, ma fa anche capire la logica della struttura morfologica della lingua. Intanto il passivo è fatto sempre di una parola in più rispetto all’attivo corrispondente.

venerdì 1 luglio 2011

CANTARE IN CORO

Andiamo al compleanno di B., seconda media, in una cascina ai margini della città dove vive, una città piuttosto grande. Panini, patatine, coca-cola. I bambini giocano: sono stati forniti di pistole a acqua cinesi da due euro l’una e si inseguono sghignazzando e stonfandosi. Dopo un po’ sono completamente bagnati, ma è tutto previsto: hanno su il costume e i genitori hanno portato un cambio. 

giovedì 30 giugno 2011

LA VOLVO BIANCA

Qualche tempo fa.
Sono fuori per fare commissioni e incrocio R., studentessa carina che vedo sempre nei corridoi perché non è in una delle mie classi. E’ piccola, fa il secondo anno. Io ho avuto in classe la sorella N., qualche anno prima: altra bella ragazza, che forse si fa ricordare un po’ di più perché è più bionda.

venerdì 6 maggio 2011

SENZA VOCE

Oggi L. è senza voce. Malattia professionale, tutto sommato. Per un prof. la voce è uno strumento fondamentale che viene sottoposto quasi tutti i giorni a una grossa fatica. L’usura è dietro l’angolo e ogni tanto viene fuori. Stai bene nel complesso, ti brucia un po' dalle parti delle tonsille, ma  non parli, esce quel suono soffocato e inutile dal fondo della gola.
Qualcuno le chiede cos’è venuta a fare a scuola in quelle condizioni.

NON SI FIDANO

Non si fidano, e questo è uno dei dolori più grandi che alla fine ti tocca sopportare. Si accumula un po’ alla volta negli anni, tra momenti migliori e peggiori, picchi di convinzione e delusioni più amare. Ma alla lunga si accumula e te lo senti che ti pesa sul collo e che devi usare un po’ di forza in più per riuscire a stare ancora dritto.
Si resiste, per carità, ma alla lunga è una delle cose che si fa più fatica a reggere… 

Quando ti iscrivi a certe facoltà, all’Università, ti dicono che se ti va bene finirai a insegnare, altrimenti resterai a spasso e ti dovrai inventare qualcosa. Il senso della realtà è uno degli strumenti di sopravvivenza più importanti, ma a 18 anni quasi sempre se ne ha poco poco. Te lo trasmettono il lavoro e le difficoltà,