lunedì 11 luglio 2022

SATANA (come il gattopardo)


Circostanze che non mette conto specificare mi portano a cenare stasera, da solo, alla sagra di S. paese che, se Treviso avesse una cintura suburbana, ne farebbe parte.

giovedì 22 luglio 2021

GRAZIE MOLTISSIMO

Ci fossero due o tre vite a disposizione, sarebbe bello e necessario non solo - desiderio immagino diffuso quanto impossibile - leggere e vedere tutte le cose che non potrai mai vedere o leggere, ma tornare su alcune cose che hai visto e letto e che non avevi - diciamo - capito, per vedere se ti fanno un effetto diverso. 

lunedì 9 settembre 2019

CUT


Da tanti anni voglio bene a Paolo Conte. L’ho ascoltato molto, come moltissimi altri hanno fatto, ed anzi ho un po’ il rimpianto di non aver più, da un certo punto in poi, seguito con la cura dovuta i suoi passi. Ha ottantadue anni. E’ sempre lui ma per certi aspetti comincia ad esserlo di meno, come tristemente e naturalmente succede quando si diventa vecchi.

mercoledì 7 febbraio 2018

L'ODORE DELLA MERCE


Di quante cose abbiamo bisogno? Che cosa ci serve veramente? Se lo sono chiesto diversi antichi e molti orientali. I medievali concludevano abbastanza facilmente, dall'alto della loro passione per la trascendenza, che ci bastava pochissimo e che questo, dunque, non era un problema. Poi i moderni hanno sensatamente legato tutta una serie di istanze di emancipazione al possesso dei beni, alla disponibilità di risorse di vario tipo capaci di rendere più lunga e piacevole la vita. Per questo l'economia di mercato resta da un fracco di tempo in cima alla classifica dei sistemi preferiti o preferibili: malgrado alcune sue importanti controindicazioni, sembra aver risposto al bisogno di beni e risorse meglio di tutte le alternative in circolazione e, segnatamente, delle economie collettivistiche – quelle storicamente realizzate, perlomeno - rimaste indietro rispetto al capitalismo su tutta la linea (tenore di vita, libertà, rispetto per l'ambiente, funzionamento delle istituzioni ecc...) eccetto forse per la magra consolazione di un mondo in cui le disuguaglianze erano limitate, soprattutto grazie, però, a un livellamento verso il basso di quasi tutte le disponibilità.

domenica 20 agosto 2017

Quando viene il démone?


La felicità. A sentire Aristotele con la sua prodigiosa serenità sembra che si tratti di un equilibrio animale sul quale l'uomo ha un potere decisamente ampio, specie finché il fisico e la mente lo sorreggono. Che è un po' come dire - alla napoletana - che quando c'è la salute c'è tutto. E però su questa base di benessere fisico poi si innestano tutte le scelte che si fanno, le relazioni, il lavoro, la necessità di tenersi uno spazio per l'attività intellettuale che - come è noto - è esattamente quella che fa uomo l'uomo e lo mette più facilmente in condizione di essere, appunto, felice. 

domenica 5 marzo 2017

LA “BALA CATIVA” o: Tromba contro i mulini a vento

Tromba in prima linea ai bei tempi
Tempo fa, sentendo raccontare abbastanza spesso dai vecchi rugbisti di epiche (e spesso parecchio alcooliche) imprese sportive ed extra sportive, alle quali per una parte della mia passatissima giovinezza avevo anche partecipato di striscio, mi era venuta l'idea di buttarle giù e metterle insieme a futura memoria in una raccolta alla quale avevo trovato anche un titolo che non mi pareva male: La vita è ovale – Storie del Rugby Oderzo, e che avrebbe potuto secondo me avere una circolazione limitata ma soddisfacente sia per i protagonisti che per i lettori.
Poi l'intenzione - strascinata dal milione di normali impegni che pressano me come chiunque (e forse indebolita da una sua intrinseca debolezza) - ha partorito pochissimo di compiuto: un racconto e qualche abbozzo.
Comunque ho ripescato abbastanza per caso l'altro giorno tra le cartelle l'unica storia che avevo finito di sistemare. A suo tempo l'avevo fatta leggere al suo protagonista, che mi aveva informalmente autorizzato a farla circolare, trovandola, se non encomiastica e celebrativa, quantomeno non diffamatoria. Oggi probabilmente la scriverei in modo un po' diverso, ma non ho tempo né voglia di rimetterci le mani. La metto qui: qualcuno potrebbe trovarla divertente.

giovedì 29 settembre 2016

CANI MARRONE

Il piccolo cane marrone che ho incrociato lunedì sera sia all'andata che al ritorno dalla seduta della 1^ commissione (affari generali) del consiglio comunale di Oderzo era pressappoco come questo (che è un border terrier) ma aveva decisamente qualcosa del bastardo, del cane di strada a cui non gliene frega un cazzo di niente.
E chi vuoi che stia dietro a questa vecchia faccenda del destino? Anche la parola manco la si usa più, almeno nel linguaggio corrente: V. (ed evidentemente anche i suoi amici e compagni, quelli un po' cavadi su) a volte usa la parola karma, che però non deve voler dire proprio la stessa cosa perché ha che fare col ciclo delle reincarnazioni. Ma non entro nel merito di una cosa in cui mi perderei subito dato che dell'induismo non so niente. Mi limito a ricordare due coincidenze curiose del tipo di quelle che quando ti succedono pensi che qualcuno vuole dirti qualcosa. E naturalmente non hai idea (o non sei sicuro) di cosa sia, ma non ti liberi dall'impressione per un pezzo, anzi forse non te ne liberi più.

giovedì 9 luglio 2015

IL DUBBIO DEL CANNIBALE

Questo post è una risposta a questo articolo di Mauro
Ciao Mauro. (1)
Sottoscrivo e mi auguro che tu abbia il più possibile ragione nell'impostare la questione in termini risolutamente morali.

venerdì 1 maggio 2015

LA DIREZIONE DEL LIBECCIO

Sandro Gallo - "Garbìn"
Dove tira il vento? Non è facile capire. Non è per praticare la virtù meschina di chi riesce a farsi portare avanti senza metterci del proprio e fare la fatica che deve. Ma se non ti rendi conto della direzione che le cose prendono corri il rischio di lottare tutto il tempo contro una forza troppo più grande della tua, abbastanza da togliere senso e utilità a qualsiasi cosa tu possa fare. Alla bellissima smisurata preghiera di De André (1) che si posizionava per principio in direzione ostinata e contraria preferisco tutto sommato il ragionamento, apparentemente più dimesso, secondo cui si poteva accettare di morire per delle idee, vabbè, ma di morte lenta (ragionamento che in realtà, si sa, prima che di De André era di Georges Brassens).

martedì 17 febbraio 2015

UNA COSA GIUSTA


Giacomo Debenedetti
Un problema universale: l'ingiustizia compensativa di un errore è giustizia? Se commetti una discriminazione e fai torto a qualcuno, ha senso riparare risarcendolo anche a costo di far torto a qualcun altro o di infrangere qualche regola o principio? Si sa che no, in linea di massima. Ma sentirlo dire dal punto di vista di un ebreo di Roma che meno di un anno prima ha visto sparire quasi per intero la “sua” comunità, sequestrata e deportata dai tedeschi, dissolta in un tempo brevissimo, risulta convincente come mai.